News

L’efficienza del sistema finestra

L’efficienza del sistema finestra
Secondo i dati dell’ENEA le famiglie italiane hanno investito nel 2019 oltre 3,5 miliardi di euro per interventi di riqualificazione che permettono un risparmio energetico di oltre 1.250 GWh all’anno.

Guardando i numeri relativi all’ecobonus non stupisce che la sostituzione degli infissi sia ancora l’intervento più attuato dalle famiglie con una spesa di 1,3 miliardi. Le ragioni alla base di questa scelta sono da ricercare nella volontà di contenere il tetto di spesa, dalla necessità di limitare i disagi per chi occupa la casa, oltre che dalla convinzione che basti sostituire le finestre per conseguire un significativo risparmio nella bolletta oltre che un sensibile miglioramento delle condizioni di comfort interno.

C’è invece da tener presente che solo la metà delle dispersioni del “sistema finestra” dipendono dal serramento e che il rimanente 50% è dovuto agli altri componenti come il cassonetto, il davanzale passante e la qualità della posa in opera. Per operare una corretta riqualificazione occorre pertanto agire su tutti questi componenti. La sola sostituzione dei serramenti non garantisce né un risparmio energetico, né migliori condizioni di comfort. Anche se è indispensabile richiedere sempre al venditore le certificazioni obbligatorie per i serramenti, come marchio CE e la DoP (Dichiarazione di prestazione).

D’altro canto, cambiare gli infissi e non intervenire in maniera adeguata sul cassonetto ha delle serie ripercussioni sul comfort interno aumentando il rischio di muffa in generale e le perdite di calore dovute al passaggio d’aria tra muratura, cassonetto e celino di ispezione. Inoltre, considerando che esso è un vero e proprio “buco” all’interno della facciata, se non correttamente risolto può rappresentare uno degli elementi più deboli nella prestazione acustica della facciata.

L’isolamento oltre che della parte anteriore del cassonetto deve prevedere la coibentazione anche dei fianchi e soprattutto della parte superiore della cavità interna, quella che generalmente è a diretto contatto con la trave in cemento-armato. È utile, oltre a ciò, applicare uno spazzolino nel foro di scorrimento della cinghia di avvolgimento per ridurne l’ampiezza e minimizzare così il passaggio sia dell’’aria che del rumore. In più, i cassonetti di nuova generazione hanno la caratteristica di avere l’ispezione sul lato esterno e non più dall’interno come quelli tradizionali, in modo da ridurre ogni rischio di tenuta all’aria.

Si registra in questi ultimi anni un crescente interesse del mercato verso quello che possiamo definire l’evoluzione moderna del controtelaio: il monoblocco. È un sistema in grado di integrare il cassonetto o gli elementi per l’ancoraggio di scuri/persiane con il controtelaio. Si inserisce così un unico elemento per l’alloggiamento del serramento, in grado di garantire una coibentazione su tutti e quattro i lati del foro finestra con il vantaggio della riduzione delle lavorazioni e dei tempi di posa, in quanto arriva in cantiere già pronto per il montaggio.

Per ottimizzare la coibentazione in corrispondenza del quarto lato sono in commercio monoblocchi che inseriscono anche la coibentazione del sotto bancale, l’elemento su cui si poggia il davanzale esterno. Sul mercato si trovano monoblocchi adatti alla posa di serramenti con qualsiasi tipo di telaio e con qualsiasi sistemi di schermatura solare (tapparelle, veneziane, frangisole, tende, scuri e persiane) e che possono anche includere zanzariere ed elementi antintrusione e si realizzano su misura per ogni specifico progetto.
 
Articolo pubblicato sul quotidiano Alto Adige del 10 novembre sul quotidiano l'Adige del 16.11.