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Protezione dal caldo e isolamento dell’edificio

Protezione dal caldo e isolamento dell’edificio
Un efficiente isolamento dell’involucro genera una sensibile diminuzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale ma anche in estate permette di ridurre la quantità di frigorie richieste per il raffrescamento.

Che tipo di accorgimenti adottare per avere un involucro efficiente anche nella stagione calda?
L'involucro è la "pelle" dell’edificio, è la somma di quelle superfici, come le pareti, il tetto, le finestre, che sono a contatto con l'ambiente esterno. Tanto più l’involucro è termicamente isolato tanto più si riesce a risparmiare energia mantenendo stabili le condizioni di comfort. In inverno, ad esempio, all’interno di una casa con pareti calde, infissi senza spifferi e un tetto ben coibentato, un impianto di riscaldamento al minimo riesce a mantenere una temperatura intorno ai 20-21°C e qualora si decidesse di sostituire anche l’impianto si opterà per una caldaia meno potente e meno costosa.

Sul mercato c’è una grande disponibilità di materiali isolanti di origine naturale, minerale e sintetica, con alti standard qualitativi, che vanno scelti considerando le caratteristiche costruttive dell’edificio, il tipo di prestazioni richieste e il diverso rapporto costi/benefici.

In merito alla verifica progettuale della durabilità delle proprietà termofisiche del sistema di isolamento a cappotto l’Agenzia CasaClima, in assenza di una normativa nazionale di riferimento, consiglia l’adozione di sistemi corredati del Benestare Tecnico Europeo (ETA), in quanto rispondenti alle caratteristiche comunitarie richieste per l’isolamento.
Sono molti i fattori che determinano l’efficienza di un sistema di isolamento a cappotto, oltre alla qualità dei materiali e alla loro compatibilità è necessaria una progettazione integrale del sistema e la sua corretta posa in opera. Una serie di accortezze progettuali, tra le quali la scelta del colore, garantiscono una migliore resa del sistema e una sua maggiore durabilità.
Nello specifico, nel periodo estivo la presenza di forti sbalzi termici sulla superficie delle facciate può determinare un prematuro deterioramento del rivestimento esterno, con conseguenze sia funzionali che estetiche. Specialmente le pareti esposte a un forte irraggiamento e le superfici a tinte scure possono raggiungere temperature molto elevate, fino a 70/80°C, mentre durante la notte la stessa parete può risultare di 8/10°C inferiore rispetto alla temperatura esterna. Un intonaco troppo riflettente, cioè molto bianco, può causare di notte in condizioni di cielo non coperto, come succede spesso a queste latitudini, un brusco abbassamento della temperatura superficiale esterna con formazione di condensa e brina sulla superficie del cappotto.

Per il controllo di questo aspetto le direttive europee introducono l’indice o fattore di riflessione, come parametro di riferimento per il corretto utilizzo del colore di finitura delle facciate. La scala dell’indice assegna al colore bianco un valore del 100% di riflessione mentre per il colore nero lo 0%.

Per contenere un surriscaldamento eccessivo delle superfici serve un’attenta progettazione del colore in grado di trovare un equilibrio fra riflessione e assorbimento e non accelerare così l’invecchiamento dello strato dell’intonaco esterno.