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I danni della grandine sugli edifici

I danni della grandine sugli edifici
Secondo gli esperti a causa dei cambiamenti climatici è molto probabile che aumenterà sempre di più la frequenza di eventi meteo estremi, fino a diventare in qualche modo “ricorrenti stagionali”. Le grandinate intense, oltre ai danni all’agricoltura, possono creare problemi anche alle strutture degli edifici?

Le tempeste di grandine sono difficili da prevedere, maggiore è la loro intensità per velocità e la dimensione dei chicchi, maggiore è il rischio di arrecare danni. La Svizzera è da tempo in allerta rispetto a questo problema alla luce del fatto che circa un terzo dei danni agli edifici provocati da eventi naturali sono dovuti alla grandine. Nella Bassa Austria, solo nell’estate scorsa, circa 300 tetti sono stati distrutti durante un evento estremo.

Gli edifici possono essere danneggiati in maniera più o meno estesa a seconda della grandezza dei granelli, per quanto, anche chicchi più piccoli, quelli con diametri intorno ai 2 cm, possono danneggiare elementi in plexiglas come serre e lucernari se la loro velocità raggiunge i 70 km/h. Diametri di 3-5 cm possono distruggere il manto di copertura (tegole, scandole, ecc.), ma anche rompere i vetri delle finestre se la loro velocità raggiunge i 90-110 km/h. In ogni caso con una dimensione dei chicchi che supera i 6 cm, (una palla da biliardo), unita a raffiche di vento che raggiungono i 120 km/h, nessuna copertura riesce a rimanere completamente intatta, oltre ad arrecare serio pericolo alle persone.

Le tempeste di grandine danneggiano principalmente le componenti edilizie più esposte e “vulnerabili” come gli elementi di schermatura e ombreggiamento dei serramenti (tende esterne, tapparelle, veneziane, ecc.). Di contro questi elementi sono particolarmente facili da proteggere perché possono essere ritratti oltre che manualmente anche da remoto o con dei sensori meteo.

Statisticamente si registra, in quei tetti che più frequentemente subiscono gli effetti della grandine, un veloce invecchiamento delle tegole con una riduzione della tenuta complessiva della struttura. Se la grandine danneggia la copertura e si intravedono muffe, funghi e macchie d’umidità sulle pareti e sui soffitti è bene correre ai ripari, le infiltrazioni d’acqua a lungo andare mettono a rischio l’integrità dell’intera struttura. Inoltre, per prevenire incidenti e favorire il deflusso dell’acqua è bene eseguire periodici controlli su grondaie e pluviali.

Nei rischi per gli edifici sono da considerare anche quelli causati dall’impatto della grandine sulle facciate delle costruzioni. Sulle pareti isolate con i sistemi a cappotto a seguito di forti grandinate si possono formare delle cavillature superficiali sullo strato di finitura che oltre al danno visivo consentono all’umidità di penetrare nella stratigrafia e compromettere la funzionalità della struttura. Per la verifica progettuale della durabilità delle proprietà termofisiche del sistema di isolamento a cappotto l’Agenzia CasaClima consiglia l’adozione di sistemi costruttivi certificati secondo l’ETA (Valutazione Tecnica Europea) che per essere tali debbono avere la prestazione di resistenza agli urti, ottenuta attraverso una prova definita “Impact Test”. Per soddisfare specifiche esigenze è possibile proteggere la parete coibentata con sistemi di rinforzo come una rete in fibra di vetro e rasature con un’alta resistenza.

Anche i sistemi fotovoltaici sono sensibili a questi fenomeni, sebbene siano progettati per resistere a grandinate “normali”. Tuttavia, i chicchi più grandi possono causare microfessure, con conseguente perdita di prestazioni anche in quei moduli solari che sembrano visivamente intatti. In assenza di danno evidente il deterioramento si rileva con una perdita improvvisa o graduale delle prestazioni dell’impianto. È buona prassi prestare sempre attenzione a possibili cambiamenti di efficienza dell’impianto fotovoltaico dopo un evento di grandinata.

Articolo pubblicato sul quotidiano L'Adige del 30. novembre