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Pompa di calore e termosifoni: può funzionare

Pompa di calore e termosifoni: può funzionare
Soprattutto negli interventi di ristrutturazioni che mirano al miglioramento delle classi energetiche dell’edificio, (come previsto dal Superbonus 100%), è frequente trovarsi di fronte al tema di cambiare i vecchi sistemi di emissioni dopo l’istallazione di una pompa di calore in sostituzione di una vecchia caldaia a gasolio, a metano o a GPL. La pompa di calore è la nuova tecnologia che in questi ultimi anni sta avendo una rapida diffusione, essendo in grado di soddisfare contemporaneamente le esigenze di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria. Il processo energetico che sta alla base di questa tecnologia consente di ottenere più l’energia utile di quella impiegata per produrla: da 1 kWh di energia elettrica, grazie alla trasformazione in lavoro dell'energia termica posseduta dal sistema a più alta temperatura, posso ottenere fino a 5 kWh termici. Il risparmio energetico e ambientale è ancora maggiore qualora il sistema venga integrato con un impianto fotovoltaico e/o con un sistema di accumulo elettrico.

Fino a pochi anni fa, nella maggior parte delle abitazioni, come sistemi di emissione, venivano installati i radiatori, che potevano essere prodotti in ghisa, in allumino o in acciaio. All’interno dei quali circolava acqua ad una temperatura intorno ai 60-65°C, per poche ore al giorno, secondo le disposizioni di legge in relazione alla zona climatica dell’edificio. Oggi il mercato, anche in questo ambito, mette a disposizione più soluzioni tecnologiche per raggiungere i livelli di comfort e risparmio energetico desiderati.

In questo ambito un mito da sfatare è quello che vuole le pompe di calore funzionare bene solo con i pannelli radianti, a soffitto e a pavimento, oppure con i ventilconvettori. Sicuramente per questi sistemi di emissione a basse temperature (35-50°C) che lavorano con un’accensione più prolungata la tecnologia più idonea è quella della pompa di calore, ma se l’edificio è ben isolato, con un fabbisogno termico contenuto, si può utilizzare anche la soluzione PdC + termosifoni per riscaldare. La pompa di calore dovrà essere necessariamente della tipologia aria – acqua: cioè dovrà estrarre calore da una fonte esterna, in questo caso l’aria, per riscaldare l’acqua che arriverà ai radiatori.

Tra le tipologie di radiatori presenti sul mercato, principalmente in ghisa, in acciaio e in alluminio, sono proprio questi ultimi che rispondono meglio ad un abbinamento con la pompa di calore. Questo tipo di radiatori infatti permette infatti, di lavorare a temperature più basse rispetto agli altri due materiali, 45-48°C, con il vantaggio di avere una superficie di scambio, quella costituita da lamelle o dai tubi, più ampia degli altri corpi scaldanti.

In realtà con pompe di calore di qualità è possibile trasformare impianti a radiatori o ventilconvettori in soluzioni completamente elettriche. In considerazione del crescente interesse verso questa tecnologia da parte del mercato l’Agenzia CasaClima ha sviluppato nuovo Sigillo Qualità per le pompe di calore allo scopo di selezionare i migliori prodotti sul mercato e di informare in maniera trasparente e chiara sui requisiti che determinano la qualità di questi sistemi.

Rimane valida la raccomandazione che prima di qualsiasi intervento di ristrutturazione impiantistica va sempre fatta un’analisi energetica da parte di un tecnico esperto per valutarne la fattibilità tecnica ed economica. Dopo l’intervento, invece, è opportuno predisporre un bilanciamento idraulico realizzato da un idraulico specializzato per garantire il giusto flusso dell’acqua tecnica nei termosifoni. In questo modo si potranno raggiungere i livelli di comfort attesi insieme un’agevole gestione dell’impianto durante tutto il periodo di esercizio.

Articolo pubblicato sul quotidiano AltoAdige del 26 gennaio 2022